FOTO ETICA La “rivoluzione gentile” di PizzAut: con “le mani in pasta” oltre le barriere

Il reportage di Leonello Bertolucci nel chiostro dell’ospedale Vecchio nello spazio No Profit

«Non occorre prendere sette aerei per raccontare una storia interessante. Talvolta, basta guardare fuori di casa». Così, Leonello Bertolucci è “inciampato” nella meravigliosa vicenda di PizzAut, la pizzeria con sede a Cassina de’ Pecchi e a Monza, a un tiro di schioppo da Milano, in cui lavorano soltanto persone con autismo. Il fondatore è Nico Acampora, padre di un ragazzo autistico, diventato nel corso degli anni un vero e proprio riferimento, non solo per le famiglie che vivono quotidianamente il problema dell’emarginazione, ma anche per le istituzioni.

“PizzAut, la pizzeria rivoluzionaria” è il titolo della mostra in scena nel chiostro dell’ospedale Vecchio, all’interno del festival della Foto etica: una serie di immagini che danno il senso di questa avventura straordinaria, un innovativo modello di inclusione sociale, un laboratorio sempre in fermento che dimostra come le barriere siano spesso solo nelle nostre teste. «Acampora non vuole essere considerato un eroe, ma probabilmente lo è – spiega Bertolucci -. Quando ha avuto l’intuizione di fondare una pizzeria gestita solo da camerieri e pizzaioli autistici ha preso tante porte in faccia: pure gli psicologi gli avevano sconsigliato di iniziare questa attività. Eppure, non ha mai mollato ed è riuscito a realizzare il suo sogno: ha aperto il primo locale a Cassina de’ Pecchi e poi a Monza, dove all’inaugurazione si è presentato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha voluto condividere una giornata con i ragazzi». Oggi, il locale di Monza sforna 300 pizze a pranzo e 300 a cena. Numeri “mostruosi” che dimostrano quanto la perseveranza e la forza di volontà possano fare la differenza. I giovani di PizzAut sono stati ospitati anche in Vaticano da Papa Francesco, che per l’occasione ha indossato il grembiule della pizzeria, hanno cucinato per i senza tetto di piazza San Pietro, a Montecitorio e al Parlamento Europeo. «Quella di PizzAut è una storia di riscatto sociale. Tutti i dipendenti sono regolarmente assunti. E nei due locali, come dice Acampora, si mangia la pizza più buona della galassia conosciuta. Il lavoro permette ai ragazzi e alle ragazze di acquisire nuove competenze e, soprattutto, di migliorare sotto l’aspetto della consapevolezza e dell’autonomia». L’autismo (che è una condizione, non una malattia) non impedisce loro di avere un lavoro e una vita di relazioni: e al loro fianco c’è sempre Nico che con la sua forza di volontà urla al mondo che è vietato calpestare i sogni.

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