Export lodigiano verso il Libano: «Con la guerra tutto a rischio»
INDUSTRIA Nei primi sei mesi 1.486.604 di euro il valore del commercio col Paese dei cedri
Nei primi sei mesi del 2024 è risultato di 1.486.604 euro il valore dell’export lodigiano in Libano, trainato dai prodotti chimici (924.000 euro) e dagli apparecchi elettrici (357.000 euro). Una quota superiore rispetto a quella registrata nel primo semestre dello scorso anno, pari a 1.280.767 euro. L’incremento è stato del 16%, di molto superiore a quello nazionale registrato sempre nel confronto semestrale (+0,9%, da 456 a 460,25 milioni).
Ora però le operazioni militari israeliane nel sud del Libano (da oltre cinque anni immerso in una profonda crisi economica e finanziaria) potrebbero, in un quadro mediorientale già molto complicato, determinare l’interruzione dei canali di esportazione delle merci.
«Le quote dell’export verso il Libano sono in rialzo, ma se non cambia qualcosa il rischio è che si azzerino - dice Fabio Milella, direttore di Lodi Export -. Ci sono aziende, anche tra le nostre associate, che hanno già preferito fare un passo indietro per non trovarsi poi in situazioni spiacevoli. Si tratta perlopiù di aziende che operano nei settori delle tecnologie, dell’automazione e dei macchinari. Non va però dimenticato che già da tempo il Libano è considerato un Paese a rischio e che tutte le operazioni economiche là dirette vengono passate sotto la lente di ingrandimento. La sensazione è che le cose ora possano solo peggiorare. La crisi in Medio Oriente si è acuita nelle ultime settimane e sta coinvolgendo sempre più Paesi, probabile che l’export stia già subendo un rallentamento».
Libano, ma non solo. I dati riferiti al primo semestre 2024 ci dicono che le esportazioni di prodotti manifatturieri italiani in Medio Oriente rappresentano l’1,53% del valore aggiunto nazionale, l’1,91% di quello della Lombardia (prima regione esportatrice nell’area mediorientale con 7,1 miliardi di vendite e una quota del 28,5% sul totale Italia), l’1,72% di quello lodigiano.
Quote importanti, ma a rischio. «Il contesto non è dei più tranquilli - dice Milella -. Forse le elezioni americane potrebbero cambiare qualcosa, ma credo che le cose non si risolveranno a breve».
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