Natale amaro per i dipendenti della Koenig & Bauer di Tavazzano, a gennaio la riduzione di personale
La storica fabbrica di macchine da stampa era già scesa da 120 a 60 addetti e potrebbe lasciare il Lodigiano
Natale amaro per la sessantina di lavoratori della Koenig &Bauer Flexotecnica di Tavazzano. Nel corso di un incontro con la rappresentanza dei lavoratori avvenuto la settimana scorsa l’azienda ha confermato che a gennaio ci sarà l’annuncio formale della riduzione di personale. Ancora non sono stati dichiarati i numeri degli esuberi presunti.
La Flexotecnica, che si occupa di vendita e assistenza di macchine rotative flessografiche, aveva annunciato una grave crisi di bilancio a novembre, dopo che alcune azioni unilaterali in azienda avevano messo in allarme lavoratori e sindacato. Su insistenza della Fiom, che aveva ottenuto udienza anche dal Prefetto di Lodi, alla fine c’era stato un incontro in Assolombarda Lodi dove l’impresa aveva annunciato la necessità di procedere con un contenimento del costo del lavoro attraverso una riduzione di personale che potrebbe andare dalle 10 alle 35 o 40 unità, in base all’esito di alcune operazioni in atto. Di fatto negli ultimi anni era stata la casa madre tedesca a coprire i buchi di bilancio della sede lodigiana, ma l’attuale situazione di crisi di mercato in Germania ha portato la multinazionale a chiudere i cordoni della borsa.
Nel corso dell’incontro della settimana passata l’azienda ha quindi comunicato l’indisponibilità della casa madre a sostenere i conti del sito produttivo di Tavazzano, e dunque la necessità di procedere con una riduzione di personale. A gennaio è previsto un nuovo incontro sindacale, e probabilmente in quell’occasione sarà formalizzata la procedura di mobilità. Che i conti non fossero più sostenibili si era già capito da tempo, e nell’arco di due anni l’azienda è passata da 120 a 60 lavoratori, con la rinuncia alla produzione di macchinari, attività riportata in Germania. Il piano di Koenig &Bauer Flexotecnica potrebbe prevedere inoltre l’abbandono del sito di Tavazzano, sovradimensionato rispetto a un’unità di poche decine di persone dedicate all’assistenza e manutenzione dei macchinari installati in Italia.
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