Nel Lodigiano è andato a vuoto il 41,3 per cento delle richieste di personale

Nel 2022 le imprese lodigiane non hanno trovano il 41,3% del personale richiesto. Il dato è contenuto nel rapporto settimanale dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, pubblicato sabato scorso e dal titolo - quanto mai eloquente rispetto all’argomento trattato, ossia la difficoltà di reperimento del personale da parte delle aziende di ogni settore produttivo - “Abbiamo 2 milioni di disoccupati ma le imprese non trovano un milione di addetti”.

L’indagine (elaborata sulla base dei dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal) ci dice che lo scorso anno le imprese del nostro territorio avevano previsto complessivamente 13.760 assunzioni (fra tempo determinato e indeterminato) ma che 5.682 posti di lavoro non sono stati occupati. Nella classifica nazionale “sull’incidenza percentuale di difficoltà di reperimento” (stilata dalla Cgia in ordine decrescente, dalle maggiori alle minori difficoltà), la provincia di Lodi, con la quota del 41,3%, è al 52° posto. Per quanto consistente, la percentuale di difficoltà di reperimento delle imprese lodigiane è risultata tra le più basse in Lombardia: soltanto le province di Sondrio (il 40,1% del personale non è stato trovato) e di Milano (il 37,1%) hanno fatto registrare quote inferiori. Per contro, i valori più alti in Lombardia sono stati registrati a Pavia (48,3% di personale non trovato e 3° posto nella classifica nazionale), Lecco (46,9% e 9° posto) e Varese (45.9% e 19° posto).

A livello nazionale lo scorso anno su un totale di 5.179.140 assunzioni programmate, il 40,5% del personale non è stato trovato (fra gli introvabili ci sono i saldatori, gli ingegneri elettronici, gli intonacatori, i meccanici collaudatori, gli idraulici, gli elettrotecnici).

Leggi l’articolo completo di Andrea Soffiantini sul Cittadino di Lodi in edicola oggi 10 ottobre e in digitale https://edicoladigitale.ilcittadino.it/ilcittadino/pageflip/swipe/lodi/20231010lodi#/10/