Porti “chiusi” a causa della guerra, il mais dell’Ucraina arriva in Italia

Un incontro di Coldiretti Lodi-Milano all’Ortomercato del capoluogo regionale

Nel corso del 2023 l’Ucraina è diventata il principale esportatore di mais in Italia. È l’effetto della guerra in corso e della difficoltà di trasportare via mare le derrate di quello che era considerato il granaio dell’Unione Sovietica. E dunque, le immense produzioni ucraine - non solo grano, ma anche mais - si stanno riversando via terra sull’Europa e in parte ovviamente anche sull’Italia, con il rischio di un effetto negativo sui prezzi (gli agricoltori della Polonia stanno protestando da mesi).

Nel 2023 l’Ucraina è risultata in cima alla lista dei paesi che esportano mais in Italia, seguita da Slovenia, Ungheria, Romania, Brasile, Croazia e Austria. In generale, se prima della guerra i principali mercati dei prodotti agricoli di Kiev (come mais, grano e semi di girasole) erano tra gli altri Cina, Egitto e Turchia, ora si guarda con sempre maggior forza al Vecchio Continente.

È il quadro emerso dal convegno “Il futuro delle commodities” organizzato da Coldiretti Lodi-Milano- Monza Brianza ieri mattina all’Ortomercato di Milano e moderato dal direttore de «il Cittadino» Lorenzo Rinaldi.

L’associazione degli agricoltori ha scelto un luogo simbolo dell’alimentare italiano - come ha sottolineato in chiusura di evento il presidente di Sogemi Cesare Ferrero - per fare il punto su mais, grano, orzo, riso, soia e molti altri prodotti che vanno collocati in uno scenario mondiale. Per definire i prezzi - che poi concorrono alla redditività dei coltivatori - occorre considerare la finanza, la geopolitica e le condizioni meteo: una siccità in Canada o la guerra in Ucraina, ad esempio, possono influenzare l’andamento mondiale di un determinato cereale e dunque anche il prezzo del pane che acquistiamo tutti i giorni.

Ad aprire i lavori Alessandro Alberti, presidente Granaria Milano e Alessandro Rota, presidente Coldiretti Lodi-Milano-Monza Brianza. Si sono poi succedute le relazioni di Giovanni Ferrazzi, docente di Economia e politica agraria alla Statale di Milano, Stefano Serra, amministratore di Info Granarie, Mauro Fanin, presidente di Cereal Docks, Roberto Magnaghi, direttore Ente nazionale risi, Cesare Fedeli, risicoltore e Ad di Milano Sementi. A chiudere i lavori è stato Mario Boggini, santangiolino, vice presidente della commissione prezzi Granaria di Milano.

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