LODI La storica Lombarda è in vendita

Pasticceria nata negli anni venti, è uno dei negozi più conosciuti di Lodi

Se ne va un altro simbolo della Lodi che fu, e si chiude un’era “dolcissima” della città. È ormai ufficiale, infatti, il cambio di gestione della pasticceria Lombarda di via Garibaldi, una bottega storica aperta addirittura nel 1927, che per intere generazioni è stata sinonimo di tradizione e identità lodigiana.

La notizia ha iniziato a circolare ieri, e i proprietari hanno confermato, con un sorriso ma anche un po’ di amarezza: «Questa Pasqua sarà l’ultima festività, poi, alla fine di aprile, andremo in pensione» raccontano Renata e Silvio De Agostini, gli ultimi pasticcieri della famiglia. «Siamo la terza generazione – spiegano -. Ad aprire il negozio fu il nostro nonno, Giovanni, quindi nostro papà, Desiderio, poi siamo arrivati noi. All’inizio la pasticceria era in corso Mazzini, ma già dal 1935 eravamo in questo stesso negozio. Negli anni abbiamo cambiato anche leggermente i prodotti, visto che prima della guerra si facevano per lo più biscotti, e poi i nostri boeri tradizionali, mentre poi abbiamo arricchito con le paste». Guardando le vetrinette, i titolari fanno l’elenco delle loro specialità: «Ci sono le meringhe con la panna montata, i cannoli con la panna, ma anche i cannoncini di sfoglia, che sono rinomati, e poi gli agnelli di Pasqua». Silvio è già al lavoro, con i dipendenti, per preparare gli agnelli più piccoli, mentre quelli grandi farciti si faranno su prenotazione nelle prossime settimane.

«Quando arrivano le feste, ci sono sempre gli straordinari da fare, ovviamente, ma quello del pasticciere è un lavoro impegnativo tutto l’anno – aggiunge Renata -. Ora, Silvio ha l’età per la pensione, e le sue figlie studiano o fanno altri lavori, quindi abbiamo deciso di cedere la Lombarda, non senza un po’ di malinconia».

Una malinconia che ha colto molti lodigiani: «Questo posto ci mancherà, e sappiamo che mancherà a tanti – proseguono -. Ora che si è diffusa la notizia del cambio di gestione, molti ci hanno contattato per esprimere il proprio dispiacere e la vicinanza, e questo ci ha fatto molto piacere. Siamo consapevoli di rappresentare un pezzo di storia di Lodi. Molti uomini e donne nostri clienti si ricordano di quando venivano da bambini a prendere le paste, è proprio una tradizione che si rinnova ogni domenica, quando c’è ancora la coda fuori di persone che prendono il pacchettino da portare a casa».

Una decisione che, precisano i titolari, non ha niente a che fare con il Covid: «Noi abbiamo tenuto chiuso con il primo lockdown, come tutti – affermano -, ma poi ci siamo organizzati e siamo andati avanti a lavorare, di questo non possiamo lamentarci: avendo solo la vendita da asporto e non la consumazione sul posto, non ci sono mai stati problemi».

Non c’entra niente la pandemia, quindi, ma in questo momento così delicato per tanti, è significativo che anche una realtà storica come la Lombarda stia per trasformarsi in qualcosa di nuovo: è un invito a prendere atto che niente dura per sempre, nella speranza che qualcosa possa rinascere».

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